Vaginite
Le vaginiti sono una patologia assai frequente , forse una delle prime cause di consulto medico-ginecologico, tanto frequente che l’industria farmaceutica vi si dedica con crescente interesse sfornando a raffica prodotti di ogni tipo per trattare i genitali femminili, per “custodirli” o per migliorarli ad ogni costo , già …ad ogni costo.
L’argomento è vasto , ma per non esagerare ci limiteremo ad alcuni validi concetti che ci aiuteranno a non commettere grossolani errori. La vagina sana non ha bisogno di nulla, si auto difende e si auto deterge almeno fino alla menopausa, poi alcuni pilastri di sostegno del suo benessere (gli ormoni ovarici) vengono meno (ed aggiungeremo alcune precisazioni in seguito).
Dunque non si deve pretendere di “migliorarla” con detergenti profumati , o saponi aggressivi più volte al giorno;l’acqua è il primo ed il solo elemento necessario da usare, magari con la sola aggiunta di bicarbonato (deterge, corregge l’acidità alterata, ha effetto emolliente e lenitivo) e successivamente asciugare molto bene le mucose genitali, magari, quando possibile, anche col phon, proprio così !
Infine, abitualmente, non coprire eccessivamente con troppi strati di indumenti e di notte non mettere nulla . In questo modo si ottiene un aumento degli strati superficiali cellulari e l’incremento della cheratina in essi contenuta. Questo significa che si ottiimizzano le difese aspecifiche con recupero della resistenza a tutte le aggressioni, ad un costo irrisorio !
E’ necessario ricordare che la procedura corretta in caso di sicuri sintomi patologici di vulvo-vaginite è quella di inoltrare subito i tamponi vaginali per identificare i germi responsabili. Poi, se proprio indispensabile, usare qualche lenitivo in attesa della risposta. Quando questa sarà disponibile, intraprendere il trattamento sotto la guida dell’antibio-mico gramma fornito. Non è corretto assumere farmaci per bocca senza questo processo diagnostico.
Richiamiamo il concetto che l’intestino è fonte inesauribile di germi, spesso assai patogeni.
Mantenere un tubo digerente in buona efficienza è fondamentale per prevenire le infezioni genitali oltre a quelle delle vie urinarie. Introdurre un adeguato quantitativo di liquidi (lontano dai pasti) costituisce un grande aiuto all’intestino, alle vie urinarie e, conseguentemente, alle vie genitali sia femminili che maschili.
E’ concetto noto che l’apparato genitale è cosiddetto “ormono dipendente” ovvero fonda il suo trofismo sulla presenza degli ormoni ovarici (estrogeni e progesterone). Quando questi vengono meno, nei casi di insufficienza ovarica e/o menopausa consolidata, la mucosa genitale, compresa buona parte della parete vescicale ed uretrale, va incontro ad un consistente deterioramento. Perde una quota di flusso sanguigno, si assottiglia, si riducono l’elasticità e la lubrificazione, diventa più aggredibile dagli agenti esterni fisici (traumi) e biologici (batteri -miceti-virus).
Va da sè che conseguentemente tanti di questi problemi si riducono con il ripristino di una adeguata quota ormonale, o per via generale ( per bocca, transdermica) o per applicazione locale (transvaginale-transmucosale).
Utilizzando la prima via, laddove non ci siano controindicazioni generali, tutto l’organismo beneficerà del ripristino ormonale, con la seconda si otterrà un beneficio quasi esclusivamente locale e lo si può utilizzare anche in situazioni tali da sconsigliare la via generale.
L’effetto benessere è rapido e terapia dipendente.
Dunque, tutto quanto detto per le vaginiti vale sempre, ma nelle situazioni di esaurimento ovarico non si consegue un risultato soddisfacente e duraturo senza un buon ripristino della quota ormonale, almeno in sede locale.
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